venerdì 28 ottobre 2016

STEP 8: La saggezza popolare

Quasi tutti sanno, artisti e non, che l'uso del colore viola è proibito in teatro perchè secondo la tradizione, portatore di sfortuna. Solo superstizione o tradizione? Esiste un motivo particolare per cui questo colore è così temuto da ogni artista, di teatro o non? Una spiegazione storica c'è. 


Il viola è il colore dei paramenti sacri usati durante la Quaresima. Nel medioevo venivano vietati, proprio in quel periodo, tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e di spettacoli pubblici che si tenevano per le vie o le piazze delle città. Ciò comportava per gli attori e per tutti coloro che vivevano di solo teatro notevoli disagi. Non potendo lavorare, le compagnie teatrali non avevano neanche i mezzi per procurarsi il pane quotidiano, ed erano costrette a tirare la cinghia. Questo è il motivo per cui il colore viola è odiato da tutti gli artisti, in generale, ma è vietato soprattutto in teatro dove con il passare dei secoli è diventato vera e propria superstizione. In Francia vige l'usanza di non vestire il verde in scena in quanto questo era il colore dell'abito indossato da Molière che morì in scena il 17 febbraio 1673 di tubercolosi recitando Il Malato immaginario. In Spagna invece è considerato di cattivo auspicio indossare in scena vestiti di colore giallo. Che il viola “porti male”, tutti più o meno dichiarano di saperlo, senza però mai essersene chiesti il perché. Si tratta di una sciocchezza, di un’abitudine, di una vecchia superstizione di cui non vale la pena di occuparsi. Ma il fatto resta: vestirsi di viola richiede una certa sicurezza in se stessi, e comunque, che io sappia i “maschi” non ci si vestono. Inutile aggiungere che in teatro è stato quasi sempre, silenziosamente, proibito presentarsi con abiti viola. Da qui, dunque, la complessità delle interrelazioni fra il “viola”, il suo “portar male”, e l’attore. La viola spunta con “forza” dalla terra nel mese virile, bellicoso, del marzo e annuncia l’unica, vera vita, cui quella della terra è soltanto analogica, la vita del pene. La potenza maschile, con la sua violenza, è, nell’ immaginazione sia simbolica che concreta, l’unica realtà culturale. L’attore è, allora, colui che ci insinua il dubbio; colui che dice le parole più vere perché sa di dire le più false; o meglio sa che le parole, sia nel teatro che nella vita, sono sempre false perché alludono ad una realtà che non esiste. Violare la propria parola diventa impossibile; e il colore viola il simbolo di questa prigione. Nonostante tale motivazione sia decaduta (e sia sconosciuta alla maggior parte degli artisti moderni) ancora oggi il viola viene volutamente evitato, ad esempio da alcuni cantanti durante le loro esibizioni, e soprattutto in televisione, se non, appunto, come una sorta di provocazione contro chi crede nelle superstizioni. In passato il Teatro regio di Torino ha visto molti grandi interpreti, tra cui Luciano Pavarotti, rinunciare ad esibirsi per via del suo soffitto viola.


Per quanto riguarda i proverbi e i detti popolari, ecco "È 'nciampatu su 'na radica de viola", tradotto dal dialetto all'italiano "È inciampato su una radice di viola", in parole povere significa che è bastato proprio un nonnulla per farlo cadere. Oppure "San Bastiano la viola in mano" (20 Gennaio) oppure "Se la viola esce a febbraio, tieni  da conto fieno e pagliaio", questi sono dei proverbi meteorologi legati al mese di gennaio e febbraio.


Fonti:
-http://www.culturaesvago.com/mille-proverbi/proverbi-meteorologici/
-http://www.nuoveproduzioni.it/tanta-merda-viola-credenze-teatro.htm  
-http://www.centrometeo.com/articoli-reportage-approfondimenti/meteo-life/5276-proverbi-detti-popolari-mese-gennaio

Nessun commento:

Posta un commento